giovedì 21 luglio 2022

Una finestra sulle elezioni in arrivo

Ad oggi nessun leader responsabile della caduta del governo è pronto a rivendicarne la paternità dell'azione, questo perché probabilmente i tre partiti colpevoli della fine del governo Draghi (il M5S con l'innesco della crisi; Lega e Forza Italia non votando la fiducia) più che rifiutare la persona Mario Draghi hanno rifiutato la sua agenda di Governo.
Un agenda che prevedeva l'emancipazione dell'Italia dall'attuale modello fallimentare frutto della malapolitica che si è succeduta nel corso degli anni, e che aveva posto le basi per la vittoria alle elezioni politiche del 2018 di partiti e movimenti di protesta (M5S e Lega), dimostratisi nel corso di questa legislatura, alla prova dei fatti, ugualmente incapaci di assolvere ai bisogni del cittadino e alla modernizzazione del Paese. 
Per dare una chance all'Italia, che attraverso questa crisi di governo inconsulta - voluta fortemente da Salvini, Berlusconi e Conte - ha avuto una perdita di credibilità e affidabilità mondiale, è necessario costruire e dare fiducia a quelle forze che si sono dimostrate leali nel sostenere le riforme utili al miglioramento dello Stato e, soprattutto, delle condizioni socioeconomiche delle famiglie e dei lavoratori. In questo grande momento d'incertezza è decisamente necessario riporre la nostra fiducia in quei partiti che si sono posti a garanzia degli interessi dei cittadini, sostenendo le famiglie durante le crisi che si sono succedute e sovrapposte (prima pandemica poi sociale ed infine geopolitica) negli ultimi anni. La caduta di Draghi, causata dai grillini con la cooperazione del centrodestra, impedirà al governo uscente di poter erogare sostanziosi aiuti alle famiglie, ai poveri e ai lavoratori; ritarderà l'applicazione dei CCNL già firmati (sanità) bloccando il pagamento degli arretrati economici ed il riconoscimento degli aumenti contrattuali previsti alla firma dalla pre-intesa; ostacolerà ogni possibile manovra utile per ridurre il costo della vita causato da un inflazione galoppante; ostacolerà il processo di riforme utile al rinnovamento del Paese attraverso i fondi del Pnrr; renderà impossibile il taglio del cuneo fiscale in tempi brevi. 
L'unica via per salvarci da questo presente critico e da un futuro ancor più infelice è quella di non affidarsi più ai colpevoli di questa crisi di governo. Dopo aver messo a rischio le già gravi condizioni delle famiglie italiane Conte, Salvini e Berlusconi potrebbero portare l'Italia direttamente in condizioni catastrofiche, data la totale mancanza di coscienza dimostrata in questo ultimo passaggio parlamentare, dove hanno puntato decisamente sulla crisi con un occhio aperto ai sondaggi e l'altro chiuso di fronte alle condizioni drammatiche in cui stavano spingendo gli italiani.
G. C.

sabato 16 luglio 2022

Crisi di governo Draghi

Nel recente passato la strategia comunicativa del "terrore" (operazione fear) non è servita ad evitare delle scelte (vittoria di Trump nel 2016, Brexit) che pur non comportando delle conseguenze nefaste, come annunciato dalle suddette campagne d'informazione, hanno significato un momento di peggioramento per il modello di civiltà occidentale.
Oggi, in ragione della crisi di governo in Italia, aleggiare eventuali spettri (crisi economica, energetica, inflazionistica, sociale, geopolitica e vittoria delle destre reazionarie) affinché tutto possa rientrare pare solo una tattica infruttuosa, superata peraltro dagli eventi. 
Alea iacta est (il dado è tratto): il governo è spaccato, il premier dimissionario, la modalità di una maggioranza "à la carte" (dove ogni partito vota esclusivamente i provvedimenti in linea con i propri desideri) è irricevibile. In un Governo di unità nazionale, come quello di Draghi, nessun partito può pensare di imporre la propria linea in danno alle altre componenti della maggioranza -con evidenti sensibilità diverse - quindi tutti devono scendere a patti con compressi poco fruttosi per i sondaggi. 
Ed è proprio questo l'elefante nella stanza: la crisi congiunturale poco ha premiato la responsabilità dei partiti/ movimenti che normalmente sono abituati ad ingrassare il loro bacino elettorale cavalcando il malumore della popolazione. Questa condizione, di continua emorragia di consenso, ha spinto il M5S ad innescare la crisi (non votando la fiducia al Governo sul Decreto Aiuti), immediatamente cavalcata dall'altro partito, la Lega, che trova maggiore difficoltà a far comprendere alla propria base più barricadera la necessità di assumere delle scelte molto responsabili ma poco popolari, che subito ha spinto sull'acceleratore della crisi con dichiarazioni al vetriolo.
La valanga è partita e l'esito per questa legislatura sembra essere fatale, ma, una volta caduto il governo in carica, i responsabili della crisi dovranno spiegare in che modo pensano di portare avanti l'agenda sociale tanto promessa e sbandierata.
Inoltre dovranno chiarire alle famiglie come fare per sostenere la crisi energetica, inflazionistica e sociale senza il sostegno di un governo che abbia piena capacità operativa.
Purtroppo, quello che è stato propagandato come uno strappo in favore della popolazione più debole, si risolverà con un peggioramento delle condizioni socioeconomiche proprio degli ultimi.
G. C.