Nei momenti di massima disperazione è necessario razionalizzare gli eventi e non nascondersi dietro l'alibi del fatalismo.
La tragedia di Casamicciola- unitamente a tante altre tragedie occorse in questi anni- impone una profonda riflessione.
27.000 richieste di condono su 60.000 abitazioni totali sono un tema che va affrontato senza indugi. Così come il cambiamento climatico per azione dell'uomo sull'ambiente è un argomento non più procrastinabile.
Detto questo è fallace il ragionamento che sposta la responsabilità dal singolo cittadino alla collettività (Stato): costruire abusivamente è un reato, e la colpa del reato non è certo del controllore ma del reo.
Al massimo la responsabilità della politica è stata quella di aver permesso a più riprese la possibilità di condonare gli abusi, lasciando trapelare il messaggio al cittadino che a fronte di qualsiasi infrazione resta sempre in campo la chance di farla franca ed uscirne addirittura avvantaggiati (comprare un'appartamento con regolare licenza è più costoso di costruire una villa abusiva e di condonarla).
In ultimo, il tema del cambiamento climatico congiuntamente all'elevato rischio idrogeologico di alcune zone d'Italia ci impone una politica preventiva rigorosa, al fine di evitare che una cattiva previdenza sia foriera di immani catastrofi, annunciate.
Ma, ed ora torniamo al punto succitato (la responsabilità del singolo), i politici sia locali che nazionali sono l'espressione del voto dei cittadini, che al posto di politiche ambientali rigorose e della programmazione del piano urbanistico hanno preferito premiare chi ha promesso condoni, sanatorie e consumo indiscriminato di suolo.
È fondamentale, però, prendere in considerazione la frana di Ischia come esempio e non come caso isolato di un'isola, e di una penisola, felice, che felice lo è fino a quando una catastrofe non viene a ricordarci di quanto si è fatto e si continua a fare male.
G. C.