venerdì 23 dicembre 2022

La prima manovra economica della Meloni o l'ultima dei governi precedenti?

All'alba dell'approvazione della prima legge di bilancio del governo Meloni una prima considerazione è d'obbligo.
Ad oggi il tratto caratteristico della finanziaria 2023 è la continuità con quelle dei governi precedenti.

Espunta dalla finanziaria la norma sul POS, modificato al ribasso rispetto agli annunci il tetto del contante, preso atto che l'innalzamento della soglia della flat tax da €65.000 a €85.000 interesserà appena 100.000 persone (esclusivamente partite IVA), risulta fattuale che il governo Meloni abbia preferito seguire le orme di chi la precedeva alla presidenza del consiglio piuttosto che dare seguito alle promesse fatte in tanti anni di opposizione.

Le risorse della manovra economica sono impegnate quasi esclusivamente dalla questione energetica; il debito pubblico italiano altissimo è una zavorra; lo spazio fiscale per il governo è davvero esiguo: queste le tre imprescindibili premesse.
L'unico modo, eventuale, per recuperare risorse ingenti sarebbe stato quello o di fare grossi tagli ai servizi al cittadino, come in parte è stato fatto attraverso una minore spesa in sanità, al netto dell'inflazione, non in termini assoluti, o di alzare il livello di tassazione, come è stato accennato riducendo gli aiuti di stato sul prezzo del carburante, per tenere fede alle promesse di cambiamento.

Eppure era evidente anche prima delle elezioni che, tolte poche e appena accennate modifiche a misure di bandiera (definanziamento del reddito di cittadinanza, rivisitazione di alcuni bonus, accenno di flat tax), nessun partito si sarebbe potuto discostare dal solco del governo precedente una volta preso il controllo della plancia di comando, pena una tempesta finanziaria (vedi la recente disastrosa parentesi politica di Liz Truss nel Regno Unito).

Si resta in attesa del maxiemendamento, che comunque

non potrà portare grosse modifiche, per poter dare una valutazione più approfondita della finanziaria.
G. C.

lunedì 28 novembre 2022

Casamicciola, la responsabilità del singolo e della collettività.

Nei momenti di massima disperazione è necessario razionalizzare gli eventi e non nascondersi dietro l'alibi del fatalismo.

La tragedia di Casamicciola- unitamente a tante altre tragedie occorse in questi anni- impone una profonda riflessione.

27.000 richieste di condono su 60.000 abitazioni totali sono un tema che va affrontato senza indugi. Così come il cambiamento climatico per azione dell'uomo sull'ambiente è un argomento non più procrastinabile.

Detto questo è fallace il ragionamento che sposta la responsabilità dal singolo cittadino alla collettività (Stato): costruire abusivamente è un reato, e la colpa del reato non è certo del controllore ma del reo.

Al massimo la responsabilità della politica è stata quella di aver permesso a più riprese la possibilità di condonare gli abusi, lasciando trapelare il messaggio al cittadino che a fronte di qualsiasi infrazione resta sempre in campo la chance di farla franca ed uscirne addirittura avvantaggiati (comprare un'appartamento con regolare licenza è più costoso di costruire una villa abusiva e di condonarla).

In ultimo, il tema del cambiamento climatico congiuntamente all'elevato rischio idrogeologico di alcune zone d'Italia ci impone una politica preventiva rigorosa, al fine di evitare che una cattiva previdenza sia foriera di immani catastrofi, annunciate.

Ma, ed ora torniamo al punto succitato (la responsabilità del singolo), i politici sia locali che nazionali sono l'espressione del voto dei cittadini, che al posto di politiche ambientali rigorose e della programmazione del piano urbanistico hanno preferito premiare chi ha promesso condoni, sanatorie e consumo indiscriminato di suolo.

È fondamentale, però, prendere in considerazione la frana di Ischia come esempio e non come caso isolato di un'isola, e di una penisola, felice, che felice lo è fino a quando una catastrofe non viene a ricordarci di quanto si è fatto e si continua a fare male.
G. C.

sabato 5 novembre 2022

Il caso di Carlotta Rossignoli e la fallacia logica dell'onere della prova.

Il caso della studentessa Carlotta Rossignoli, che si è laureata in tempi record in medicina facendo al contempo la modella, l'influencer e non so cos'altro, evidenzia l’importanza della presunzione di innocenza, che un pezzo dell’indole umana rifiuta e la cui condivisione collettiva dimostrerebbe il progresso civile del nostro paese.

Innanzi al risultato conseguito dalla stessa la macchina del fango ha subito alimentato i dubbi riguardo la regolarità degli esami, del percorso universitario e sui presunti privilegi, chiedendo all'università le prove della regolarità del conseguimento anzitempo della laurea.

Questo atteggiamento è caratteristico di una fallacia logica, quella in cui si sposta l'onere della prova.

Chiunque accusi la studentessa e l'università di aver violato delle regole ha l'onere di portare delle prove evidenti, non introdurre ricostruzioni suggestive e calunniose pretendendo dall'università le prove dell'innocenza della studentessa.

mercoledì 2 novembre 2022

Le misure per il contrasto dei rave party del Governo Meloni.

Nel primo Consiglio dei ministri del governo Meloni è stato approvato il decreto contenente anche le misure per il contrasto ai rave party, prevedendo per chi organizza o promuove il raduno una pena da tre a sei anni di reclusione e una multa da 1.000 a 10mila euro.

Considerazioni:
Tanto assente quanto spietato: questo è il messaggio che sta dando lo Stato ad una generazione che cerca l'alienazione dalla realtà (escapismo) attraverso ogni mezzo possibile (alcol, droghe, psicofarmaci).

Ragioni del Governo:
La necessità di dare un impronta identitaria all'azione di governo, evidenziando una forte discontinuità rispetto al precedente esecutivo sul tema della sicurezza e del contrasto al degrado.

Aspetti globali:
Ogni iniziativa legislativa delinea la strategia che un governo ha deciso di intraprendere per affrontare una determinata tematica.
La strada battuta oggi è quella della repressione in luogo della prevenzione, dove l'eccesso di castigo interviene in soccorso di un'imprevidenza irragionevole.
Eppure quando si chiedono delle pene esemplari bisogna ricordare che la pena inverte i ruoli, facendo divenire del colpevole la vittima, sostituendo alla colpa del delinquente quella del persecutore, trasformandosi, in definitiva, in un attentato del più forte sul più debole.

Altro punto di vista:
Qualunque locale per poter operare deve garantire delle misure di sicurezza (impianti anti incendio, uscite di sicurezza segnalate, steward agli ingressi); deve rispettare le norme sulla vendita degli alcolici (non oltre determinati orari); deve assicurare degli standard igienici pena la chiusura e la denuncia del titolare.
Inoltre ogni locale attraverso la tassazione delle entrate finanziarie derivante degli eventi contribuisce economicamente al bilancio dello Stato.
È ammissibile che organizzatori privati- evasori totali- organizzino eventi in luoghi abbandonati o diroccati senza il consenso del proprietario delle strutture e non rispettando alcuna normativa (mettendo a rischio la sicurezza di tutti) per lucrare sul disagio di una generazione?

giovedì 27 ottobre 2022

Tetto al contante, le ragioni dei favorevoli e dei contrari.

La Lega ha depositato alla Camera un progetto di legge per alzare il limite all’uso del contante dagli attuali 2 mila a 10 mila euro.

La Meloni ha confermato che è intenzione del governo in carica aumentare il tetto all'uso del denaro contante.

Secondo i favorevoli, la misura porterebbe una maggiore libertà personale, meno burocrazia ed una spinta ai consumi.

Secondo i contrari, la misura favorirebbe l'evasione fiscale e la criminalità organizzata.

L'innalzamento del tetto all'uso del contante andrebbe valutato tenendo in considerazione i seguenti aspetti:
1) Evasione fiscale;
2) Concorrenza nei consumi rispetto agli altri paesi;
3) Categorie che trarrebbero beneficio dal provvedimento;
4) Riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali e dal terrorismo.

La situazione negli altri paesi dell'Unione Europea è parecchio diversificata: si passa da quelli come soglia bassa, come Grecia (€500), Francia (€1.000 per i residenti) Portogallo (€1.000), Spagna (€2.500 per i residenti), a quelli dove la soglia è alta, come Malta (10.000) Repubblica Ceca (14.000), Polonia e Croazia (15.000), a quelli dove è inesistente, come la Germania (chi paga più di 10mila euro in contanti deve esibire un documento d'identità).

In Svezia, invece, un commerciante può rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.

lunedì 24 ottobre 2022

In attesa di un Messia che non verrà

Alla crisi pandemica si è sostituita in modo prepotente la crisi globale scaturita dalla guerra in Ucraina.

Questi lunghi e incerti periodi caratterizzati dalla recessione economica hanno prodotto un profondo sfilacciamento nel tessuto sociale.

L'incapacità del ceto medio di sostenere i costi della crisi unitamente all'impoverimento delle fasce più deboli della popolazione non fanno altro che aumentare il desiderio del politico forte, identificato dai cittadini più sofferenti come il risolutore (Deus ex machina) di ogni problema attraverso poche ma sostanziali decisioni autoritarie.

Le recenti crisi, però, ci hanno insegnato che non esistono né soluzioni semplici né strade da poter percorrere in solitaria quando i problemi sono complessi e globali.

Inoltre sia la pandemia che la guerra in Ucraina hanno evidenziato che i regimi autoritari e le dittature, dove per definizione c'è l'uomo forte al potere, non sono più efficaci delle democrazie nella risoluzione dei problemi.

La velocità d'esecuzione delle scelte che possiede un regime autoritario associato all'assenza di dibattito interno può portare alla messa in pratica di politiche pericolose per l'interesse dello stesso Stato.

Come per la pandemia così per la guerra in Ucraina ci aspetta un periodo duro ed estenuante. 
Non verrà nessuno eroe o eroina a salvarci d'un colpo.

Come tenere unita la nazione? Franchezza e politiche che mirino alla coesione nazionale: quando non si può creare la ricchezza è necessario combattere la povertà e l'emarginazione sociale.
G. C.

Immagine di repertorio (ottobre 2020)

sabato 22 ottobre 2022

Tetto di cristallo (glass ceiling)

Notizia: 
Per la prima volta in Italia abbiamo una Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

Dato di fatto:
Il soffitto di cristallo (glass ceiling) è stato finalmente rotto.
*Per soffitto di cristallo si intende l'insieme di barriere invisibili che impediscono alle minoranze e alle donne la possibilità di accedere a posizioni di vertice.

Conseguenze: 
Questo significherà dei passi in avanti sul tema della parità di genere? Il tempo ci darà il suo responso.

Curiosità:
È significativo, anche dal punto di vista simbolico, che questo traguardo sia stato raggiunto dalle forze conservatrici e non da quelle progressiste.

Riflessione:
Denominarsi forza progressista ed essere incapace in oltre dieci anni di governo di:
1) Migliorare la legge sull'aborto (soprattutto in tema di obiettori di coscienza);
2) Legalizzare la cannabis;
3) Affrontare il tema del fine vita;
3) Introdurre la stepchild adoption;
4) Sostenere in modo adeguato le madre lavoratrici;
5) Istituire lo ius soli/ius scholae; 
È una contraddizione in termini.
G. C.

mercoledì 28 settembre 2022

Il dialogo alla prova del fondamentalismo

Quando una convinzione ha già preso forma nella mente di qualcuno insistere per smontarla, portando dati, fatti e numeri, ha come unico effetto quello di far irrigidire ancora di più la persona nella propria posizione.
Questo perché bisogna tenere presente che ciò che hanno di realmente seducente determinate idee non sono tanto le prove o i fatti che esse portano a proprio sostegno quanto gli aspetti emotivi sottostanti, ad esempio la passione che riescono a scatenare nelle persone.
Alla base della radicalizzazione di determinate convinzioni spesso troviamo sentimenti di risentimento, indignazione e disincanto nei confronti del mondo circostante, tant'è vero in genere una determinata idea attecchisce più facilmente in chi sente di non aver voce in capitolo, di non aver controllo su ciò che accade nel mondo o anche nella propria stessa vita. Allora la costruzione di una narrazione alternativa offre un conforto perché fornisce comodi alibi o capri espiatori e fa sembrare il mondo più semplice e controllabile.
Quindi quando si affronta un dibattito con un interlocutore già convinto delle proprie tesi bisogna essere realistici e non coltivare false speranze: chi vuol credere a tutti i costi ad un'idea è spesso sordo all'ascolto di una narrazione differente, ma attraverso un dialogo pacato e ragionevole si può cercare di piantare il seme del dubbio e sperare che col tempo metta radici capaci di far crescere una maggiore resistenza al richiamo del canto delle sirene.
G. C.

lunedì 26 settembre 2022

Analisi di una disfatta tristemente annunciata

Il giorno dopo le elezioni possiamo dire che il Paese ha scelto la destra? Non proprio, almeno a vedere i risultati delle urne (44,3%). La destra si è presentata in coalizione monolitica al voto consapevole del sistema di assegnazione dei seggi (misto, maggioritario più proporzionale); il fronte avversario si è presentato alle urne convinto che la legge elettorale fosse un proporzionale puro (dividendo le forze nei collegi).
La scelta di Letta di isolare il Movimento 5 Stelle, dopo che Conte ha scatenato la crisi da cui è scaturita la caduta del governo Draghi, sarebbe stata comprensibile se l'avesse portata fino in fondo, cioè staccandosi anche da Sinistra e Verdi (sempre all'opposizione del governo Draghi) per formare un polo riformista con i partiti (Azione e Italia Viva) che hanno sostenuto convintamente il premier uscente. Di converso una volta che il PD ha deciso di allearsi con Sinistra e Verdi sarebbero dovute cadere contemporaneamente tutte le pregiudiziali dal M5S (che condivideva le stesse colpe di Bonelli e Fratoianni- rifiutare la fiducia al governo Draghi), lasciando quindi perdere il voto riformista per lanciarsi alla ricerca del voto di sinistra. Premesso che sia la configurazione più massimalista (PD+Sinistra e Verdi+M5S+ Più Europa) che quella più riformista ( PD+ Azione+ Più Europa) sarebbe comunque risultata perdente rispetto al centrodestra unito, è evidente che la coalizione di centrosinistra che si è presentata al voto (PD+Impegno Civico+ Sinistra e Verdi+ Più Europa), piccola nei numeri e disunita nei programmi, non avrebbe avuto alcuna chance di contendere la vittoria agli avversari.
Quindi da dove si riparte? Facendo chiarezza. Prima cosa, alleati con Calenda e Renzi o con Conte e Fratoianni? Riformisti o massimalisti, tertium non datur.
Scelta la strada da percorrere sarà importante alimentare il dibattito interno senza sfociare nelle mille divisioni tipiche dell'area di centrosinistra, prendendo esempio dalla maturità politica della destra che dimostra puntualmente la capacità di ritrovarsi e dialogare al proprio interno per presentarsi compatta davanti agli elettori.

sabato 17 settembre 2022

Partiti e programmi politici

Il programma elettorale corrisponde a quello che farà un partito politico una volta salito al potere? Certo che no. Il programma elettorale è solamente il posizionamento di un determinato partito rispetto ad uno specifico tema. Ad esempio: un partito che scrive nel programma elettorale di essere favorevole all'eutanasia non necessariamente riuscirà ad approvare una legge in tal senso, ma proverà, attraverso la sua pattuglia parlamentare, a legiferare sul fine vita. Tutto questo perché: nessun partito governa da solo; all'interno di ogni coalizione di governo ci sono partiti con diverse sensibilità su ogni singolo argomento; le promesse elettorali non tengono mai conto della realtà delle cose; la risultante di ogni azione politica in democrazia è sempre frutto di una mediazione.
Ciò premesso il delta tra le aspettative degli elettori e gli effettivi risultati ottenuti dai politici quando sono al governo provoca la frattura tra cittadini e politica, che poi alimenta in modo ininterrotto l'antipolitica, l'astensionismo ed il populismo.
La morale è che bisogna essere realisti e con piedi ben piantati per terra. Nessun massimalismo è possibile, ma solo chi abdica all'idea della radicalizzazione potrà vedere le proprie idee realizzarsi perseguendo una strada incrementale e riformista.

giovedì 25 agosto 2022

Consapevolezza e illusioni.

In questa campagna elettorale vedo persone convinte che la rappresentazione soggettiva che fanno della realtà corrisponda ad un'analisi oggettiva dei fatti e non alla tirannia della loro mente offuscata. Questa condizione, purtroppo, le rende vittime di politici ciarlatani che attraverso proposte fasulle riescono a carpirne il voto. Ma, puntualmente, questi imbroglioni, che prima delle elezioni garantiscono risultati stratosferici, alla prova dei fatti deludono le aspettative dell'elettorato più ingenuo, che aveva dato credito agli impegni presi dai suddetti. 
Legare le proprie aspettative e la propria felicità alle promesse, puntualmente tradite, del populista di turno è una prassi che nel lungo periodo porta a disincanto e frustrazione, alimentando il non voto oppure spingendo gli elettori verso politici ancora più venditori di fumo. Eppure una soluzione esiste: bisogna arrendersi alla realtà ed abbandonare ogni illusione. La consapevolezza del presente, la capacità di vivere pienamente qui ed ora, la freddezza di valutare obiettivamente e con equanimità il mondo circostante sono le condizioni essenziali per creare delle aspettative proporzionali ed adeguate al margine di miglioramento che ogni società può avere. Per superare gli ostacoli non è sufficiente abbassarli pigramente e fare un salto, ma sforzarsi in modo concreto attraverso azioni realizzabili e mettendo al bando le formule semplificate proposte da politici imbonitori.
G. C.

giovedì 21 luglio 2022

Una finestra sulle elezioni in arrivo

Ad oggi nessun leader responsabile della caduta del governo è pronto a rivendicarne la paternità dell'azione, questo perché probabilmente i tre partiti colpevoli della fine del governo Draghi (il M5S con l'innesco della crisi; Lega e Forza Italia non votando la fiducia) più che rifiutare la persona Mario Draghi hanno rifiutato la sua agenda di Governo.
Un agenda che prevedeva l'emancipazione dell'Italia dall'attuale modello fallimentare frutto della malapolitica che si è succeduta nel corso degli anni, e che aveva posto le basi per la vittoria alle elezioni politiche del 2018 di partiti e movimenti di protesta (M5S e Lega), dimostratisi nel corso di questa legislatura, alla prova dei fatti, ugualmente incapaci di assolvere ai bisogni del cittadino e alla modernizzazione del Paese. 
Per dare una chance all'Italia, che attraverso questa crisi di governo inconsulta - voluta fortemente da Salvini, Berlusconi e Conte - ha avuto una perdita di credibilità e affidabilità mondiale, è necessario costruire e dare fiducia a quelle forze che si sono dimostrate leali nel sostenere le riforme utili al miglioramento dello Stato e, soprattutto, delle condizioni socioeconomiche delle famiglie e dei lavoratori. In questo grande momento d'incertezza è decisamente necessario riporre la nostra fiducia in quei partiti che si sono posti a garanzia degli interessi dei cittadini, sostenendo le famiglie durante le crisi che si sono succedute e sovrapposte (prima pandemica poi sociale ed infine geopolitica) negli ultimi anni. La caduta di Draghi, causata dai grillini con la cooperazione del centrodestra, impedirà al governo uscente di poter erogare sostanziosi aiuti alle famiglie, ai poveri e ai lavoratori; ritarderà l'applicazione dei CCNL già firmati (sanità) bloccando il pagamento degli arretrati economici ed il riconoscimento degli aumenti contrattuali previsti alla firma dalla pre-intesa; ostacolerà ogni possibile manovra utile per ridurre il costo della vita causato da un inflazione galoppante; ostacolerà il processo di riforme utile al rinnovamento del Paese attraverso i fondi del Pnrr; renderà impossibile il taglio del cuneo fiscale in tempi brevi. 
L'unica via per salvarci da questo presente critico e da un futuro ancor più infelice è quella di non affidarsi più ai colpevoli di questa crisi di governo. Dopo aver messo a rischio le già gravi condizioni delle famiglie italiane Conte, Salvini e Berlusconi potrebbero portare l'Italia direttamente in condizioni catastrofiche, data la totale mancanza di coscienza dimostrata in questo ultimo passaggio parlamentare, dove hanno puntato decisamente sulla crisi con un occhio aperto ai sondaggi e l'altro chiuso di fronte alle condizioni drammatiche in cui stavano spingendo gli italiani.
G. C.

sabato 16 luglio 2022

Crisi di governo Draghi

Nel recente passato la strategia comunicativa del "terrore" (operazione fear) non è servita ad evitare delle scelte (vittoria di Trump nel 2016, Brexit) che pur non comportando delle conseguenze nefaste, come annunciato dalle suddette campagne d'informazione, hanno significato un momento di peggioramento per il modello di civiltà occidentale.
Oggi, in ragione della crisi di governo in Italia, aleggiare eventuali spettri (crisi economica, energetica, inflazionistica, sociale, geopolitica e vittoria delle destre reazionarie) affinché tutto possa rientrare pare solo una tattica infruttuosa, superata peraltro dagli eventi. 
Alea iacta est (il dado è tratto): il governo è spaccato, il premier dimissionario, la modalità di una maggioranza "à la carte" (dove ogni partito vota esclusivamente i provvedimenti in linea con i propri desideri) è irricevibile. In un Governo di unità nazionale, come quello di Draghi, nessun partito può pensare di imporre la propria linea in danno alle altre componenti della maggioranza -con evidenti sensibilità diverse - quindi tutti devono scendere a patti con compressi poco fruttosi per i sondaggi. 
Ed è proprio questo l'elefante nella stanza: la crisi congiunturale poco ha premiato la responsabilità dei partiti/ movimenti che normalmente sono abituati ad ingrassare il loro bacino elettorale cavalcando il malumore della popolazione. Questa condizione, di continua emorragia di consenso, ha spinto il M5S ad innescare la crisi (non votando la fiducia al Governo sul Decreto Aiuti), immediatamente cavalcata dall'altro partito, la Lega, che trova maggiore difficoltà a far comprendere alla propria base più barricadera la necessità di assumere delle scelte molto responsabili ma poco popolari, che subito ha spinto sull'acceleratore della crisi con dichiarazioni al vetriolo.
La valanga è partita e l'esito per questa legislatura sembra essere fatale, ma, una volta caduto il governo in carica, i responsabili della crisi dovranno spiegare in che modo pensano di portare avanti l'agenda sociale tanto promessa e sbandierata.
Inoltre dovranno chiarire alle famiglie come fare per sostenere la crisi energetica, inflazionistica e sociale senza il sostegno di un governo che abbia piena capacità operativa.
Purtroppo, quello che è stato propagandato come uno strappo in favore della popolazione più debole, si risolverà con un peggioramento delle condizioni socioeconomiche proprio degli ultimi.
G. C.

domenica 27 marzo 2022

Rischio calcolato

La debolezza di un leader è tanto più evidente quanto più grandi sono i suoi sforzi per apparire invulnerabile.
Il paventare potenziali fibrillazioni nel governo da parte di Conte qualora l'Italia dovesse mantenere fede ai patti assunti in passato con la NATO - portare la spesa per la difesa al 2% del PIL- è una strategia di brinkmanship simile a quella che sta adottando Putin ora che l'invasione dell'Ucraina si è impantanata - minacciare l'utilizzo di armi più devastanti capaci di radere al suolo il Paese. 
Il desiderio intimo di entrambi è, probabilmente, quello di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Nessuno dei due vorrebbe, o potrebbe, tenere fede alle minacce di cui sopra. Né Putin può sventrare l'Ucraina pur di conquistarla né Conte può mettere a rischio la tenuta del governo pur di difendere una bandierina utile esclusivamente per la propaganda. Il perché è chiaro: Putin, devastando ulteriormente l'Ucraina, dimostrerebbe in maniera fattuale che la sua è una guerra imperialista, e non di liberazione; Conte non ha una forza coesa alle spalle, ma un movimento balcanizzato che tutto desidera fuorché correre il rischio di elezioni anticipate (rielezione di Mattarella docet).

domenica 6 marzo 2022

La civiltà occidentale alla gogna

È singolare vedere persone che si considerano astute, per il semplice fatto di essere diffidenti nei confronti della NATO, non rendersi conto che non è tanto una questione di arguzia, ma di libertà. 
Libertà che nel mondo occidentale permette ad ognuno di credere e diffondere a mezzo stampa, TV e social le più assurde bestialità senza incorrere nel rischio della galera, o persino della vita.
Quella stessa libertà che permette il dibattito plurale, l'opposizione interna e una contronarrazione diffusa e capillare, in parole povere: quella possibilità che permette ad ogni singola persona di raccontare gli argomenti dalla sua singolare prospettiva senza temere ritorsioni di sorta.
Eppure, nonostante le tante voci dissonanti presenti nel dibattito del mondo occidentale, il nostro modello di civiltà viene puntualmente messo sul banco degli imputati per l'incapacità di dare tutto quello che promette.
Questo produce un effetto paradossale: le stesse persone, abituate a fare le pulci alla nostra imperfetta democrazia, si mostrano viceversa particolarmente indulgenti con i regimi autoritari. Ad esempio, all'autocrate Putin, che ha invaso uno Stato libero; bombardato obiettivi civili; massacrato innocenti; imposto la censura nel suo Paese; bloccato l'accesso ai social in Russia; portato il suo Paese in default finanziario; viene offerto un alibi, l'espansionismo della NATO. Questa doppia morale, irreprensibile nei confronti del mondo occidentale e indulgente con chiunque altro, è la cartina di tornasole di un sentimento molto diffuso e radicato: l'anti-americanismo. Questo impulso cieco porta le persone a perdere di vista un'evidenza lampante: le uniche nazioni sulla Terra dove è permessa l'opposizione al governo in carica sono figlie della civiltà occidentale. Quindi, senza voler silenziare l'autocritica, che peraltro è il motivo per il quale i modelli democratici riescono ad essere più elastici, dinamici e capaci di adattarsi ai nuovi scenari, ma prendendo in considerazione che esistono due tempi ben distinti, in cui prima si difende il modello di civiltà più libero dai modelli autoritari e poi si lavora affinché esso possa migliorare in maniera incrementale, è necessario prendere atto di una verità fattuale: ora è giunto il momento di difendere la nostra cara libertà da un regime aggressivo e sanguinario.
G. C.